Quando usciremo dal tunnel, perché questa grave pandemia sicuramente finirà, è prevedibile che cambieranno le nostre paure e certezze, ma anche il panorama sociale, culturale ed economico a cui siamo abituati come quotidianità.
Il cambiamento avverrà davvero o, come in passato, tutto sarà dimenticato?
Se questo avvenisse saremmo pronti?
Tutti noi, che apparteniamo a questa strana specie, tassonomicamente definita “dell’uomo doppiamente sapiente”, sembriamo indirizzarci verso livelli sempre più elevati di arroganza, ingiustificata presunzione, infinita voracità, incapacità di rispetto, per gli altri e per l’ambiente.
La qualità della vita non è correlata con l’aumento dei guadagni, tuttavia sembriamo non accorgercene. Andrebbe invece ricercato un nuovo equilibrio fra salute e sicurezza, tra libertà e diritti, tra lavoro e reddito, ma anche tra sviluppo, sostenibilità e qualità della vita.
Non possiamo e non riusciamo a dire come sarà il domani, però dobbiamo rifletterci adesso. Preoccupa la sottovalutazione della solitudine dell’essere globalizzato (anche se insita nei social media), ma anche l’intolleranza nell’accettare l’insicurezza e i limiti umani, specie la mortalità: che piaccia o meno bisogna accettare la vita come una sopravvivenza continua.
Questa occasione deve permetterci di rilanciare, se si ha capacità di ragionamento, visione e coraggio e per questo è fondamentale parlare e parlarsi, con la giusta distanza, con il telefono e con le piattaforme online, evitando l’isolamento, perché il silenzio genera mostri. Parlarsi è fondamentale per l’oggi e anche per preparare il domani, perché il “nuovo mondo” non potrà essere gestito con vecchie logiche e il consenso non è sufficiente per gestire la complessità in arrivo. Serviranno molte competenze, ma anche un’inedita capacità di pensiero, fatta di ipotesi e soluzioni inusuali e la lungimiranza di saper vedere a medio-lungo termine, evitando di ricopiare le cattive ricette della globalizzazione senza regole e del capitalismo selvaggio, oltre all’ingenua illusione nel potere salvifico della tecnologia.
È paradossale come si creino ritmi sempre più insostenibili, ma si sia poco propensi al cambiamento. E quindi subiamo le scelte di volontà esterne. Politica e potere, infatti, sono sempre più scollegati. Se si vuole il cambiamento, dovrà iniziare da noi e dalla nostra intelligenza e capacità di riflessione. Bisogna ricercare come esigenza vitale la passione condivisa. Il mondo mediatico deve aiutarci a soffermarci su ciò che è essenziale una volta rientrati nella “normalità”. E lo deve fare adesso.
L'altra faccia della medaglia
Una serie di incontri con esperti (economisti, psicologi, sociologi, filosofi, medici, ecc.) per analizzare tematiche di attualità e riflettere sui cambiamenti in corso, dei veri e propri dialoghi con ospiti che argomenteranno e risponderanno alle varie domande poste.
Palinsesto
14.10 ore 18.00
“Quale cultura per il futuro?” con Antonio Lampis e Lucio Lucchin
Moderatore: Marco Sivieri
16.11 ore 18.00
“Effetti della pandemia nel rapporto tra Stato e Mercato” con Mirco Tonin e Federico Boffa
Moderatore: Pietro Calò
TBD