Frankenstein a Bolzano e Bressanone

Grande successo per l’iniziativa proposta da Fondazione UPAD: “Il ritorno di Frankenstein, 200 anni dalla nascita del romanzo di Mary Shelley, in collaborazione con l’associazione Ascolto Giovani e il Movimento Universitario Altoatesino.

Proposti nei giorni scorsi  due incontri dibattito con l’antropologo torinese Massimo Centini presso l’Aula Magna del Liceo scientifico Torricelli a Bolzano, con la presenza del Rettore dell’Università di Bolzano Prof. Paolo Lugli e l’Avv. Gianni Lanzinger, con suggestivi momenti di ascolto curati dalla lettura del testo da Alessandro Tacchetti.

Nella Foto la presentazione presso il liceo scientifico “Torricelli” di Bolzano

L’incontro è stato replicato presso l’Auditorium del Pluricomprensivo di Bressanone, in collaborazione con l’associazione De Pace Fidei, l’istituto professionale “E. Mattei”, l’istituto “Falcone e Borsellino” e Liceo “Dante Alighieri” di Bressanone, con relatore il teologo don Paolo Renner, alle due manifestazioni hanno partecipato complessivamente 500 studenti altoatesini.

Nella foto la presentazione presso il Centro “Pluricomprensivo ” di Bressanone

L’occasione del bicentenario della pubblicazione del romanzo di Mary Shelley ”Frankenstein, o il moderno Prometeo” ha ispirato l’UPAD che ha colto volentieri l’opportunità di proporre una tematica intrigante e affascinante, attuale e antica al tempo stesso.

L’ambiziosa speranza di riuscire a creare la vita è rintracciabile in tutte le culture di ogni tempo ed esprime il bisogno dell’uomo di dimostrare la sua capacità di controllare la natura, al di là del mito, della religione, della magia e forse anche della scienza.

Homunculus di Paracelso

Dalla figura mitologica di Prometeo all’Homunculus di Paracelso, dal Golem della tradizione cabalistica all’ “insospettabile” Pinocchio, dall’intuizione letteraria del mostro di Mary Shelley fino ad arrivare ai recenti traguardi raggiunti dalle biotecnologie, dalla genetica e dalla chirurgia: una storia parallela che, tra scienza e fantascienza, vede perseverare l’uomo nella sua corsa alla creazione.

Di cosa abbiamo parlato?

In particolare se la scienza ha perso la sua battaglia contro la morte: quella battaglia che forse la Shelley credeva potesse un giorno essere vinta? Emblematicamente nella prefazione al libro – nell’edizione del 1818 – Mary Shelley affermava: “L’evento su cui si basa questa storia è stato ritenuto, dal dottor Darwin e da altri fisiologi tedeschi, non impossibile”. ci limitiamo a constatare che la geniale scrittrice ha indubbiamente dato inizio a un nuovo modo di pensare la fantascienza.

Il dibattito è stata l’occasione per “pensarci”, triangolando le nostre considerazioni su alcuni esempi della letteratura e della tradizione che costituiscono un corpus indicativo dell’umano desiderio di creare la vita, per un bisogno antico che convoglia la mitologia nel pensiero scientifico e, qualche volta, genera la follia.

Rassegna stampa quotidiano Alto Adige